Mostre. A Perugia un imperdibile “faccia a faccia” tra Bernini e Vélasquez

velasquez bernini

di Benedetta Tintillini

 

Tornano ad incontrarsi a Perugia, dopo quattrocento anni, i due maestri dell’arte tardo rinascimentale. Grazie alla felice ispirazione di Francesco Federico Mancini, il capoluogo umbro popone, nel prestigioso Collegio del Cambio, la mostra Vélasquez e Bernini – Autoritratti in mostra al Nobile Collegio del Cambio, visitabile dal 22 Giugno al 22 Ottobre 2017.

Una sede che è, di per sé, opera d’arte, nella quale Mancini già organizzò la fortunata mostra che mise in relazione l’artista di casa, ovvero il Perugino, con Raffaello, il suo più celebre allievo.

Questa volta, sotto lo sguardo del Divin Pittore, con assoluto rigore scientifico vengono analizzati e messi a raffronto, specificamente per quanto riguarda gli autoritratti, i due artisti seicenteschi che si incontrarono a Roma intorno al 1630 e che reciprocamente si influenzarono: “Vélasquez, grazie a Bernini, comprese quale forza espressiva si celasse nel taglio a mezzo busto del ritratto – afferma Mancini -, Bernini apprese dal collega spagnolo il modo di scavare nell’intimo dei personaggi, di entrare nella loro complessità psicologica”.

Seppur con le debite differenze, Bernini non fu esclusivamente pittore, anzi, viene ricordato innanzitutto come scultore, sporadicamente “prestato” alla pittura, mentre Vélasquez, fu pittore ufficiale alla corte di Filippo IV di Spagna, in questa sede vengono indagate le loro tecniche, le divergenze ed i punti di contatto, le rispettive influenze nell’ambito degli autoritratti, attraverso un selezionatissimo numero di opere esposte. E’ possibile ammirare, nel  pregevole allestimento, gli Autoritratti di Bernini e di Vélasquez provenienti dalla Galleria degli Uffizi, l’Autoritratto del Bernini di proprietà del Museo del Prado, nonché il celeberrimo Autoritratto di Vélasquez proveniente dalla Pinacoteca Capitolina di Roma.

L’allestimento propone, a primo impatto, il cosiddetto “trittico Martinelli”, oggi conservato alla Galleria Nazionale dell’Umbria: tre versioni dell’autoritratto di Vélasquez realizzate a cavallo tra il 1600 ed il 1800, a testimonianza di come l’interesse per tale soggetto attraversò le epoche valicando i confini dell’arte romana. Tale trittico è immediatamente messo a confronto con l’originale dei Capitolini, per poi proseguire la visita attraverso le due sale che ospitano, oltre alle opere già citate, l’Autoritratto del Bernini del Musée Fabre di Montpellier ed uno splendido autoritratto di Bernini da giovane, ripreso in una originalissima posa quasi di spalle, intento su un foglio di carta ad appuntare una sua ispirazione.

La mostra così com’è stata concepita, con il suo taglio preciso ed esclusivo, oltre ad essere un’occasione unica per ammirare tali capolavori in un contesto di assoluto valore, vuole essere spunto, come afferma lo stesso Mancini, di discussione, di confronto e di riflessione in un ambito dove molti sono ancora i punti oscuri, basti pensare che ancora non è universalmente accettata l’attribuzione dell’autoritratto del Prado e di quello di Montpellier, riguardo ai quali Francesco Federico Mancini vede, senza alcun dubbio, la mano del Bernini.

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